Le "Vite parallele" di Plutarco hanno un capitolo poco noto, e ritenuto apocrifo dai più. Gli scettici dicono che difficilmente possiamo dare credito alle pagine in questione, ma a molti piacciono o perlomeno le trovano affascinanti. In quelle righe scarne scarne si dice, a farla breve, che il doppio più inquietante è il nostro interlocutore che ci comprende prima che noi stessi si abbia avuto il tempo materiale di esprimerci. Prima che a noi stessi sia chiaro ciò che succede, è chiaro a chi ci ascolta o ci guarda.
Plutarco chiude le righe con l'ammonimento che non bisogna assolutamente perdere, quando si abbia avuto la fortuna di imbattersi in una simile evenienza, uno spazio di manovra simile - perché è come la finestra che si apre la mattina quando rifacciamo i letti.
E una finestra non si costruisce dal giorno alla notte.
20 gennaio 2012